Il Fondo Alberto Franchetti
Il 19 aprile 2013, Mariacarla Sidoli Terrachini e Stefano Maccarini Foscolo Canella, rappresentanti dell’Associazione per il musicista Alberto Franchetti, su delega degli eredi Ponsi, hanno donato alla Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia materiali documentari e d’archivio riferiti e appartenuti al compositore Alberto Franchetti.
Il compositore Alberto Franchetti, nato a Torino nel 1860 dal barone Raimondo senior e da Sara Luisa Rothschild, può essere considerato reggiano di adozione, in quanto le vicende della sua famiglia e la sua carriera artistica si intrecciano fortemente con la storia della nostra città. Sebbene non sempre compreso dalla critica musicale del secondo dopoguerra, Franchetti può essere considerato un importante esponente di quella giovine scuola di musicisti che si impegnarono a rinnovare la musica italiana negli anni di passaggio fra Ottocento e Novecento.
Nel febbraio 2014, in occasione della conferenza Alberto Franchetti: le carte e le note – La donazione del fondo alla Biblioteca Panizzi, viene presentato l’inventario del fondo, a cura di Roberto Marcuccio. Il fondo Franchetti, articolato in quattro buste, contiene materiali diversi che documentano in modo diretto o indiretto la vita e l’opera del musicista. Si tratta di manoscritti e carteggi, musica manoscritta e a stampa, volumi e tesi di laurea, pubblicazioni minori, CD audio e CD-ROM, per un totale di 62 documenti, descritti in 20 record catalografici.
A questi materiali si aggiungono in appendice i documenti relativi ad Alberto Franchetti conservati in altri fondi della Biblioteca Panizzi, che rispecchiano le tipologie documentarie sopra elencate e assommano a 16 record catalografici.
Una versione aggiornata dell’inventario, arricchita di nuove acquisizioni e di una nuova introduzione critica, è stata pubblicata all’interno del volume di recentissima pubblicazione Alberto Franchetti. L’uomo, il compositore, l’artista.
Scarica l’inventario [pdf] – a cura di Roberto Marcuccio
Vai alla scheda del fondo sul sito della Biblioteca Panizzi
Rassegna stampa: Gazzetta di Reggio [8 febbraio 2014]