Associazione per il musicista Alberto Franchetti

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Struttura e trama

Germania
Dramma lirico in un prologo,
due quadri e un epilogo di Luigi Illica

Prima rappresentazione: Milano, Teatro alla Scala, 11 Marzo 1902

Germania di Franchetti


PERSONAGGI

Giovanni Filippo Palm basso
Federico Loewe (Studente) tenore
Carlo Worms (Studente) baritono
Crisogono (Studente) baritono
Ricke soprano
Jane, sua sorella mezzo-soprano
Lene Armuth, vecchia mendicante mezzo-soprano
Jebbel, suo nipote soprano
Il Pastore Protestante Stapps basso
Luigi Adolfo Gugliemo Lützow basso
Carlo Teodoro Körner tenore
La Signora Hedvige mezzo-soprano
Il Mandriano Peters basso
Il Capo della Polizia tedesca basso
Una Donna contralto
Un Giovanetto

Personaggi storici
Studenti, Soldati, Poliziotti
Membri e Adepti del «Tugendbund»,
del «Louise-Bund» e dei «Cavalieri neri»
Boscaiuole


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Germania - Libretto

Vai alla scansione del libretto:
2. ed.: Milano, G. Ricordi & C., 1902

Vai alla scansione dello spartito canto-piano:
Milano, G. Ricordi & C., 1902 (IMSLP – Petrucci Music Library)


TRAMA
(versione originale stampata nel libretto; vai alla trama in versione moderna)

Prologo

Nei dintorni di Norimberga; – vecchio mulino a ritrecine sulla Pegnitz; – la Pegnitz passa nel fondo; – un rustico ponte mette in comunicazione il mulino colla opposta riva.
Presso al mulino alcune casupole di contadini; la più misera appartiene alla vecchia Lene Armuth, una mendicante, che vi abita in compagnia di un suo nipotino, Jebbel.
L’interno del mulino consiste in un vasto cortile coperto; nel fondo, verso la Pegnitz, anguste scale conducono alle «macine» e al «battitoio» che serve a regolare le imposte della cateratta e dà libero accesso sul fiume. Altre scale conducono ai ballatoi di legno nell’alto del mulino.
Sacchi di grano dappertutto, ammonticchiati qua e là.
Da un’ampia apertura nel fondo, che dà luce alla «temperatoia», si scorge la gran ruota a pale in movimento.

(Qui è nascosto G. F. Palm, direttore tipografo della Casa Stein di Norimberga, ricercato dalla Polizia per un libello anonimo «Dell’avvilimento della Germania» edito appunto coi tipi della Casa Stein, chiusa e soppressa. È Otto, plenipotenziario francese a Monaco, l’anima di questa caccia accanita fatta per placare l’ira di Napoleone I che, all’apice della gloria e della potenza, ha voluto scorgere in quel libello, non un pretesto d’ingiurie e offese a sè e suoi, ma un tentativo patriottico dei filosofi, poeti, studenti per scuotere la «gran patria germanica dal sonno della Neutralità».
Dove macine ingorde e piane, macine minori e a disco giravano obbedienti all’impulso della gran ruota, ora un’umile stamperia, torchi, caratteri, telai, mazze, rulli, rulletti. ecc., gemono sotto l’attivo lavorio di studenti volontari camuffati in mugnai, – in gergo universìtario: Fringuelli, Merli, Volpi…. a dire: Matricolini, – diretti da Palm, nascosto nella casupola della vecchia Lene. Ma il vero? È Carlo Worms, «Quercia muscosa», studente anziano che fa la parte di padron mugnaio morto l’autentico Franz Gottlieb; egli è aiutato dalla sua «Volpe di cuore», studente di spalla, Crisogono, la di cui faccia solcata dal rapier rivela l’«Università» anche sotto il candore della farina).

Quadro I

In un angolo della Foresta Nera Wurtemberghese, nella rozza casupola di un boscaiuolo. Federico Loewe, dopo la sventurata campagna del 1806, vi si è rifugiato e nascosto con sua madre, una vecchia inferma, e le due sorelle Ricke e Jane, avendo Napoleone dichiarati fuori della legge di guerra tutti i volontari che hanno fatta la campagna sotto Lützow e Schill.
Carlo Worms è scomparso; perduto a Saalfeld! E Crisogono, senza il suo senior, scoperto il rifugio di Federico, un bel giorno vi appare col suo buon sorriso pel novello suo senior, e una lagrima alla memoria del suo ex-senior, certamente morto.
La Germania ha ora di più un Regno di Westfalia e di meno la sua libertá.
È l’aprile – dalla aperta finestrata entrano nella capanna tutte le ebbrezze della primavera, tutte le carezze della foresta, la Foresta Nera.

Quadro II

A Koenigsberg. Nei sotterranei della Società secreta «Louise-bund» (una diramazione dei Tugendbund). Rozza tavola, alcune panche e sgabelli di legno, e addossato alla parete di sinistra, presso all’enorme pilastro in muratura al quale sono affissi i Bandi e i Decreti e gli Ostracismi della Società secreta, un armadio zeppo di rapiere, spade ed altre armi per difendersi in caso di sorpresa.
Le pareti sono bizzarramente ricoperte da iscrizioni e strani disegni: bandiere, teste di morto. le braccia incrociate della Vehéme, nomi, dateI.. Nell’alto, in nero, è scritta la data della prima Confederazione; il Reame di Westfalia è dipinto entro un circolo che pende sorretto da una forca; invece i nomi di Wolkensdorf e di Schill sono dentro alla aureola di una bizzarra ghirlanda raffigurante una corona d’alloro.
Sul valore simbolico vi è poco a dire, ma quanto al valore artistico si comprende che tutte le iscrizioni murarie furono speciale lavoro di Crisogono, il quale funge da segretario, cancelliere, usciere, portiere, e… banditore!

Intermezzo sinfonico

È il terzo tramonto, l’ultimo, che avvolge la lugubre piana di Lipsia.
Qui la leggenda della germanica faida fu vinta da questo duello di giganti che la storia già definisce «battaglia delle nazioni».
La nebbia dell’ottobre come fitto velario si diffonde su tutto; copre sole, cielo, orizzonte e avviluppa la vasta landa. – Tutto è grigio, tutto è invisibile, tutto si fonde in un vasto insieme indeciso: Liebertwoolkwitz e Wachau e i boschi di Gross-Posna. Lontano da Grimma il vento reca solo lo scalpitìo di cavalli resi furenti e selvaggi dal terrore; da Rochlitz squilli di trombe richiamano i soldati sbandati, perduti, errabondi; su dal campo fievoli grida, fioche preghiere, gemiti di feriti e angoscie e spasimi di moribondi!
Eppure qualche cosa di grande, di soprannaturale, avviene là e la folta nebbia arcana nasconde un grandioso mistero, imperocchè cessano improvvisamente lamenti ed agonie.
Quale suprema visione dunque avviva la vostra morente pupilla, o nuovi eroi? Il Cielo e la Leggenda si confondono là in un supremo abbraccio di poesia, di sangue e di gloria colla Terra e la Storia! È Iwain, Lancillotto del Lago, Vilagloil e tutti gli antichissimi eroi che sui candidi loro destrieri scendono dai mistici Walhalla per contemplare la rinnovata gloria di Hermann…
Voci misteriose e arcane sembrano espandersi intorno intorno; voci di anime vibranti di gloria come quelle dei bardi al tempo di Vilfred, di Werdomar, di Kerding e di Darmond; voci misteriose e arcane inneggianti: «0 nuovi eroi, di noi più grandi, perchè, noi eroi per la Fede e l’Amore, voi per la Patria; noi per la Leggenda, voi per la Storia!…».
E la bianca cavalcata aerea passa e si smarrisce alta nel cielo; e il silenzio e la gloria posano soli in compagnia dei morti sul tragico campo dove la Leggenda fu vinta dalla Storia.

Epilogo

Nella piana di Lipsia, fra Rochlitz e Grimma, il 19 ottobre 1813.
La battaglia, durata tre giorni, è finita. Sul campo omai abbandonato giacciono solo i morti, i feriti, i dimenticati.
A destra è un terrapieno denominato il Thonberg, dove intorno si è combattuto accanitamente: da lì Napoleone ha assistito alla battaglia.
Sul Thonberg esisteva un mulino da tabacco: ora non vi sono che rovine, cariaggi distrutti, cannoni smontati, ruote infrante, rovine d’uomini e cose dovunque; una miseria; il terrore.
La miscela delle -uniformi e dei colori è bizzarramente e funebremente fusa nel sangue e nel fango; le divise di Merveldt, di Lichtenstein, dei partigiani di Thielman e quelle brune di Lützow sono confusamente mescolate a quelle dei cosacchi di Platoff, dei granatieri di Rajewsky e alle azzurre della gran Guardia di Napoleone e dei cacciatori di Lefebvre-Desnouettes, dei lancieri di Krazinski, dei granatieri a cavallo di Guyot e delle giovani reclute di Ney. Oscure nuvole, nere, offuscano il tramonto; sorge densa una nebbia umida, afosa.
Lipsia nel lontano è sommersa in quel fitto mare di nebbie.
Due creature vagolano in quella semiombra di triste tramonto.
Una – selvaggia creatura – dai capelli sciolti in gran disordine seminuda nelle spalle che una lacera camicia a stento ripara e le gonne bizzarramente allacciate alle gambe la fanno apparire come una antica sacerdotessa druidica vagante nella lugubre piana.
È Ricke.
Ricke, travolta entro alla bufera del glorioso dramma della sua patria, impavida, fra stenti e angoscie, audace contro il tempo e gli avvenimenti, trascinandosi dietro ai Cacciatori della Morte.
Sospinta Ricke cosi corre dietro il poema della sua vita, verso il suo destino che per ironia, ancora contro lei, ha fatto del suo amore e del suo odio. Loewe e Worms, due fratelli; nell’abbattimento fatta ardimentosa dal suo amore, nella stanchezza selvaggiamente rafforzata dal suo odio, allucinata da speranza folle e tormentata inconscia da un orribile presagio.
L’altra creatura, un giovanetto, veste la divisa dei Cacciatori della Morte – ha i distintivi di tamburino; non ha berretto ma una gran fasciatura gli copre la testa dove egli fu ferito.
È Jebbel.


TRAMA
(versione moderna)

Prologo

All’interno di un vecchio mulino, ora sede della tipografia clandestina degli studenti oppositori di Napoleone, invasore della Germania. Nel clima di confusione, Ricke da tempo non sa più nulla di suo fratello e dell’amato Federico, ed è stata sedotta da Worms. Proprio a Worms arriva una lettera di Federico, che annuncia il proprio ritorno per organizzare la resistenza. Worms si vergogna di sé; Ricke, confidandosi con lui, dice che rivelerà l’accaduto a Federico. Worms la invita a non farlo: ne sortirebbe un duello, e la patria comunque sarebbe con ciò indebolita; Ricke ne conviene. Federico, appena arrivato, dice a Ricke che suo fratello è morto; non fa in tempo a finir di parlare che giunge la polizia e fa irruzione nel mulino-tipografia.

Atto primo

In una casetta nella Foresta Nera. È in corso il matrimonio tra Ricke e Federico, mentre gli studenti si sono dispersi. Ma mentre il pastore sta celebrando arriva, con aspetto irriconoscibile per i molti patimenti, Worms, liberatosi dalla prigionia; vuole ripartire, appena appreso dello sposalizio, e dà appuntamento a Federico nella città di Kant, Königsberg. Ricke si tormenta e fugge.

Atto secondo

A Königsberg. Nei sotterranei di una società segreta, mentre nuovi adepti stanno per essere ammessi, uno di questi, mascherato, accusa Worms, anch’egli mascherato, di codardia. I due si tolgono la maschera, e si scopre che si tratta di Worms e Federico; Worms, che rinuncia a difendersi, dice che pagherà quel che è successo con la morte, propria, in battaglia. L’arrivo della Regina impedisce il duello e s’impegna con giuramento tutti gli studenti della società segreta per il loro scopo comune: la libertà di Germania.

Epilogo

Nella pianura di Lipsia, durante la battaglia annunciata dal giuramento di Worms. Ricke è alla ricerca di Federico: lo trova mentre spira, ed egli le chiede chi abbia mai vinto. Ma la parola ‘Germania’, da lei pronunciata, ridà le forze al morente, che le chiede di cercare Worms e di portargli il suo perdono. Ricka trova Worms, morto con la bandiera al fianco, e lo avvolge nel drappo; anche Federico, mentre la Germania vince, muore, tra le braccia di Ricke.

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