Cristoforo Colombo
Dramma Lirico
in Quattro Atti ed un Epilogo
di Luigi Illica
Prima rappresentazione: Genova, Teatro Carlo Felice, 6 ottobre 1892

PERSONAGGI
Parte Prima
Cristoforo Colombo baritono
Isabella D’Aragona soprano
Don Fernan Guevara (Capitano delle Guardie del Re) tenore
Don Roldano Ximenes (Cavaliere, uomo di fiducia del cardinale Talavera, il confessore della Regina) basso
Marguerite baritono
Roderigo di Triana basso
Matheos (capo ciurma) tenore
Tre Romei basso, tenore, baritono
Un Frate basso
Quattro cavalieri tenore, tenore, basso, basso
Parte Seconda
Cristoforo Colombo baritono
Anacoana mezzo-soprano
Iguamota soprano
Guevara tenore
Roldano basso
Diaz tenore
Marguerite baritono
Bobadilla basso
Un vecchio Cacico basso
Nanyanka – Yanika mezzo-soprano
Epilogo
Cristoforo Colombo baritono
Guevara tenore
Una villanella mezzo-soprano
Cori
Cavalieri, Prelati, Cardinali, Vescovi, Dignitari della Corona, Grandi di Spagna,
Gentiluomini di cappa e di spada, Mazzieri, Paggi, Guardie del Sant’Uffizio,
L’Inquisitore, Il Cardinale Talavera, Frati di diversi ordini, Monaci,
Alabardieri, Frombolieri d’Aragona, Soldati di ventura, Popolani,
Marinai, Donne del popolo, Mozzi, fanciulli, Vecchi, Indiani,
Cacichi, Sacerdotesse, Butios, Bobites, Danzatrici, ecc., ecc.
LIBRETTO
Scheda dell’opera sul database Corago
Scansioni del libretto:
Milano, G. Ricordi & C., 1892 [Feste Colombiane di Genova, Teatro Carlo Felice, 6 ottobre 1892]
Milano, G. Ricordi & C., [1894]
PARTITURE
Scarica liberamente lo spartito canto-piano
(IMSLP – Petrucci Music Library)
Scheda dell’opera dal Dizionario dell’Opera Baldini & Castoldi:
Per il quarto centenario della scoperta dell’America, era stato affidato a Franchetti, su suggerimento di Verdi, il libretto vincitore al concorso genovese dell’occasione. Una specie digrand-opérafu il risultato del ‘tedesco’ Franchetti, che qui si trovò a confrontarsi con l’orientalismo di Illica.
A Salamanca, nel cortile di Santo Stefano, i cavalieri e una gran folla aspettano la deliberazione del Concilio sul progetto del viaggio di Colombo. Verdetto negativo: Colombo viene sbeffeggiato e aggredito. Lo difende Guevara, invitando il popolo al silenzio: nella chiesa la regina Isabella sta pregando. La regina avrebbe voluto il viaggio e, quando Colombo le si avvicina, gli offre il diadema della corona per finanziare l’impresa. In pieno oceano, serpeggia fra gli equipaggi lo sconforto e si prega. Roldano e Matheos guidano l’ammutinamento e aggrediscono Colombo: ma improvvisamente appaiono dei fuochi all’orizzonte e dalla Pinta si grida alla terra in vista. A Palos, in una piazzetta, alcuni cavalieri spagnoli attendono il ritorno di Colombo. Vien letta una dichiarazione dalla quale si attribuisce a Colombo, da parte di Don Alonzo Martin, la responsabilità di essersi arricchito con i beni delle nuove terre, di cui si è proclamato re. Martin stesso ha reso noto che Colombo sta per sbarcare a Palos, come avviene. Isabella lo avvisa che si congiura contro di lui. Guevara lo difende ancora una volta, ma Colombo viene portato in carcere. Entra Colombo nella cappella reale di Medina del Campo. Soffre, e Guevara vorrebbe renderne note le condizioni a Isabella, ma ella frattanto è morta, come rivela l’entrata in scena di un corteo funebre. Colombo comincia a delirare sul mare, sui viaggi, su se stesso. Dice con voce fioca a Guevara che si sente morire e, di lì a poco, spira.
L’opera è ambiziosa nel suo tentativo di rappresentare le tensioni di un’intera epoca: il suo scenario è quello di un mondo teso tra antichi pregiudizi e ansia della scoperta, tra intrighi e passioni. Imponente scenicamente, non è meno d’impatto per la sua scrittura musicale densissima, molto cesellata, fin preziosa. Franchetti sa unire un trattamento vocale pieno di sfaccettature a un impasto orchestrale anche sgargiante, senza rinunciare a saporose sfumature e alla coloritura anche psicologica di personaggi e situazioni. Nei momenti in cui l’orchestra si appesantisce e le situazioni tendono all’idealizzazione, con una certa fissità scenica quasi oratoriale, e un’enfatica staticità musicale, divengono palpabili le ragioni delle accuse di germanesimo spesso rivolte a Franchetti. D’altro canto una messinscena che richiede così cospicui sforzi di allestimento e musicali paga fatalmente molto alla possibilità di restare in repertorio: tra le assai sporadiche riprese, si segnala quella in occasione del quinto centenario colombiano, con Renato Bruson protagonista.
Fonte: Dizionario dell’Opera Baldini&Castoldi • OperaManager.com
STRUTTURA
ATTO I
Anno 1487.
Vasto cortile nel Convento di Santo Stefano a Salamanca.
E’ separato dalla piazza da cancellate pesanti. A sinistra una gradinata che mette ad una piccola terrazza sulla quale viene a sboccare la Porta Maggiore della sala scelta dal Concilio che deve esaminare le teorie di Colombo, confutarle, approvarle o respingerle. – Pure a sinistra la porta del Convento di Santo Stefano (vi appartengono frati dell’Ordine Domenicano). A destra i giardini che circondano il palazzo dei re di Castiglia e di Leone: nascosto in mezzo a piante l’Oratorio reale.
La piazza di Salamanca è nell’estremo fondo al di là della cancellata.
Scena prima: (La piazza è gremita di popolo che si affolla dietro le cancellate chiuse ed a stento difese dagli alabardieri del Santo Uffizio che le guardano. La porta della sala del Concilio è pure guardata da alcuni alabardieri sulla terrazza. – Nella scena, ai piedi della scala, stanno aggruppati molti cavalieri. Un cavaliere si stacca su quel fondo splendido, pel suo strano disprezzo del vestiario di color cupo e disadorno e per un certo abbigliamento beffardo e spavaldo; costui è Messer Roldano Xiemens, l’uomo del cardinale Talavera, confessore della Regina. – Sta Messer Roldano, con fare di persona annoiata, appoggiato ad uno dei pilastri della gradinata ascoltando i discorsi che a lui rivolgono i circostanti cavalieri.)
Scena seconda: (Squilli di tromba e suoni di campane. Un agitar di braccia e di berretti, la piazza ondeggia; poscia la folla si divide. – Appaiono nell’ultimo fondo della piazza le prime guardie che aprono il corteo) (Gli alabardieri spalancano le cancellate, il popolo si riversa in due grandi ali nel cortile. Dalla piazza si avanza lentamente il corteo dei Dottori del Concilio, – Alla testa di tutti incede maestoso e severo il Cardinale Talavera; seguono vescovi, prelati, frati di diversi ordini, Grandi di Spagna, laici. Procede il corteo raccolto in sè silenziosamente solenne)
Scena terza: (La porta del Convento si apre e ne escono di sotto al piccolo porticato tre bizzarri personaggi. Hanno istrumenti al collo. Appena usciti dal Convento s’inginocchiano avanti ai frati che li hanno accompagnati fino alla soglia del Convento che li ha ospitati, – I Romei baciano umilmente il saiom le corone e i cordoni dei frati. – Dalla terrazza Roldano, seduto sul parapetto, osserva in silenzio.)
Scena quarta: Largo.
Scena quinta: (Si apre la porta del Concilio e ne escono alcuni cavalieri)
Scena sesta: (che si è mischiato alla folla ad un tratto esclama:)
Scena settima: (Roldano addita ad alcuni cavalieri in atto di supremo disprezzo la folla, e con loro si allontana)
Scena ottava: (Dai giardini reali esce Guevara, che guardando con disprezzo la folla esclama)
Scena nona: (Guevara s’allontana)
Scena decima: (Una bianca figura di donna appare sulla soglia dell’Oratorio, un lungo velo bianco dalla testa, dove è tenuto fermo da un diadema d’oro, le pende fino ai piedi: nessun altro gioiello l’adorna. Ha le mani piamente giunte in atto di preghiera. E’ Isabella d’Aragona.)
ATTO II
Anno 1492.
La Santa Maria occupa orizzontalmente la scena. Il sole è già tramontato e la sera ascende già e inombra cielo e mare.
Lontano si scorge la Pinta.
Sulla Santa Maria due uomini a poppa stanno al timone. Sull’alto cassero di poppa una immagine della Santa Maria, avanti alla quale sta accesa una lampada. A prua, Matheos il capo ciurma. Sotto il casseretto di prua alcuni marinai sdraiati.
Scena prima: Andante
Scena seconda: (Roldano si avvicina alla cabina ammiraglia e picchia chiamando)
Scena terza: (Roldano che durante la scena e le parole di Colombo si era allontanato con un gesto di disprezzo e di dispetto, riappare e, sottovoce, ma in modo da richiamare l’attenzione di tutti, dice ad alcuni cavalieri:)
Scena quarta: Andante
Scena quinta: Colombo
Scena sesta: (Suono di campanella a poppa; risponde un altro a prua; si aprono tutti i boccaporti. – Appaiono sopra coperta alcuni frati Domenicani che si collocano ritti intorno all’albero di maestra. Da prua escono marinai, mozzi, soldati, e si inginocchiano; alla lor testa davanti a tutti, sta Matheos. Da poppa cavalieri, nobili, gentiluomini di cappa e di spada si inginocchiano alla lor volta. Alla testa di questi vanno Marguerite e Diaz. Roderigo di Triana è confuso in mezzo ai cavalieri. Roldano è ritto a poppa solo in disparte)
ATTO III
Anno 1503.
Presso a Xaragua sulle rive del Lago Sacro.
A destra l’ingresso alla grotta Oaboina, dove i selvaggi indiani seppelliscono i loro eroi.
Scena prima: Allegro agitato
Scena seconda: (Dalla grotta risponde un grido stridulo e gutturale al quale seguono altri gridi consimili da ogni parte della selva e del lago e che si fanno sempre più concitati nello avvicinarsi e vibrati. Poi all’ingresso della grotta appare un vecchio cacico seguito da vecchi bobites; dalla selva, che in quelle grida pare animarsi, sbucano i neri cacichi dalla lunga nera chioma e ornati da nere penne, poi tutti, butios, cacichi, fanciulli, vecchi attorniano Yanika)
Scena terza: Danza indiana. (scendono tutti nella grotta, eccetto il vecchio, che vi si sofferma al limitare; le voci si spengono lontane, mentre ad un cenno di Nanyanka le butios incominciano le loro strane danze)
Scena quarta: Moderato. (entra Roldano assorto e meditabondo)
Scena quinta: Allegro. (entrano Guevara, Marguerite e Diaz)
Scena sesta: (Al limitare della selva, in mezzo a vergini seminude, è apparsa Iguamota)
ATTO IV
Anno 1503.
Presso a Xaragua – La Riviera del paradiso.
La riviera domina parte dello sfondo; a sinistra essa lambe e striscia dietro un tempio indiano.
Anacoana è circondata dalle Vergini e dalle Amazzoni. Fra queste Iguamota. Il Vecchio cacico sta guardando sdegnoso l’imponente spettacolo degli Spagnuoli, splendidamente luccicanti di ferro ed oro, che circondano Colombo seduto sotto uno sfarzoso trono eretto in faccia al tempio, dal lato opposto.
Scena prima: Andante con moto
Scena seconda: (a Colombo)
Scena terza: Largo
EPILOGO
Anno 1506.
Preludio.
Scena prima: A Medina del Campo. Oratorio reale. La cripta che racchiude i sepolcri dei Re di Castiglia, sotto, nel mezzo, in piena oscurità. – E’ appena l’alba. – Entrano Colombo e Guevara. Colombo è vecchio e cadente, Guevara pure è mutato)
Scena seconda: (scoraggiato)
TRAMA
(versione in tre atti ed un epilogo)
Atto primo. Cortile nel Convento di S. Stefano a Salamanca. Anno 1487. – Si attende il responso del Concilio su le teorie di Colombo circa la possibilità di andare alle Indie da occidente, attraverso all’Atlantico. Tre Romei cantano la leggenda di San Brandano, e le meraviglie di ignoti lidi lontani. Per avvelenare l’incanto operato dai Romei su la folla, Don Roldano Ximenes, cavaliere, racconta una leggenda macabra in cui si parla di un mostro immane che divora le navi. Intanto il Concilio esce dal Convento: le teorie di Colombo sono state dichiarate sogni d’un pazzo. All’uscita Colombo viene schernito dalla folla aizzata da Roldano, ma Don Fernan Guevara, capitano delle Guardie del Re, lo difende. La folla si disperde: Colombo, avvilito, è preso dal dubbio, ma la Regina Isabella, uscendo dall’oratorio, lo riconosce e lo conforta narrandogli una visione in cui le apparve la nuova terra da lui scoperta.
Atto secondo. La tolda della Santa Maria. Lontano si scorge la Pinta. Anno 1492. – Colombo, mercè l’intercessione della Regina ha ottenuto tre caravelle per compiere l’audace esplorazione. Su la Santa Maria l’ago della bussola ha deviato, e ciò suscita in tutti il terrore, ma Colombo riesce a tranquillizzare gli spauriti. Però la lunga navigazione ha creato stanchezza e sfiducia. Roldano ne approfitta per sollevare la ciurma; quando a un tratto il grido di «terra, terra!» trasforma l’ira in un’entusiastica gioia di trionfo.
Atto terzo. Presso Xaragua, sulle rive del lago sacro. Anno 1503. – Per l’avidità dell’oro gli Spagnoli uccidono gli Indiani. È rimasto ucciso un Cacico, che gli Indiani portano alla sepoltura con canti funebri. La Regina Anacoana sa che Roldano congiura contro Colombo e aspetta l’ora della vendetta. Mentre Guevara che annuncia gli ordini di Colombo s’innamora della figlia della Regina, Iguamota, giunge infatti una nave dalla quale sbarca Bobadilla, che dichiara decaduto dal comando Colombo e lo fa incatenare. Frattanto Roldano ha uccisa Anacoana perché non ha voluto testimoniare contro Colombo: gli Indiani levano le loro lmentose nenie in morte della Regina.
Epilogo. A Medina del Campo: Oratorio con i sepolcri dei Re di Castiglia. Anno 1506. – Guevara conduce Colombo, cadente, affranto pei dolori e la lunga prigionia sofferta. Guevara andrà dalla Regina affinchè interceda presso il Re e gli renda giustizia. Durante l’assenza di Guevara un corteo di giovani villanelle entra portando fiori su un tumulo, mentre dei frati recitano preghiere. Interrogate le fanciulle, Colombo apprende che la Regina è ivi sepolta da tre giorni. Questo nuovo grande dolore uccide Colombo che spira, dopo un breve delirio, fra le braccia di Guevara accorso.
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