Associazione per il musicista Alberto Franchetti

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L’uomo

Alberto Franchetti: una biografia essenziale 

di Roberto Marcuccio

da Alberto Franchetti (1860-1942): l’uomo, il compositore, l’artista, a cura di Paolo Giorgi e Richard Erkens, Lucca, Libreria Musicale Italiana, 2015, pp. 349-352.

La famiglia Franchetti, di origini molto antiche, tra Otto e Novecento ha donato all’Italia numerosi e illustri esponenti che si sono distinti nel mondo dell’imprenditoria, del mecenatismo e della cultura.[1]

Raimondo Franchetti sr.
Raimondo Franchetti sr.

Raimondo Franchetti sr. (1829-1905), padre di Alberto, aveva investito negli allevamenti equini del mantovano, nelle bonifiche venete, nella produzione vinicola e olearia in Toscana, divenendo il primo e più importante imprenditore agricolo italiano del suo tempo; tra le altre attività, sulle colline intorno a Reggio Emilia fondò nel 1878 la tenuta del Cavazzone, che ben presto divenne un esempio di azienda agricola italiana all’avanguardia. Raimondo sr. aveva inoltre finanziato a Bologna il restauro della torre Garisenda, mentre suo figlio Giorgio, importante collezionista d’arte, alla sua morte, avvenuta a Venezia nel 1922, destinerà la splendida residenza della Ca’ d’Oro e la relativa Galleria d’arte allo Stato italiano.[2] Passando alla generazione successiva, il figlio di Alberto, Raimondo Franchetti jr. (1889-1935), famoso esploratore, lascerà ai Musei Civici reggiani il materiale raccolto nel corso delle sue spedizioni, ponendo le basi per le raccolte etnografiche di quella istituzione.

In questo contesto di imprenditoria illuminata e aperta alle istanze della cultura, si inserisce la figura del musicista Alberto Franchetti.

Sara Luisa Rothschild
Sara Luisa Rothschild

Alberto Franchetti, nato a Torino il 18 settembre 1860 dal barone Raimondo Franchetti sr. e da Sara Luisa Rothschild (1834-1924), può essere considerato reggiano di adozione, in quanto le vicende della sua famiglia e la sua carriera artistica si intrecciano fortemente con la storia di Reggio Emilia.[3]

Avviato alla musica dalla madre e sostenuto dalle facoltose condizioni economiche della famiglia, studiò a Venezia, Monaco di Baviera e Dresda – dove si diplomò in composizione con il massimo dei voti nel 1885[4] –, dotandosi di una solida e aggiornata tecnica compositiva.

La sua prima prova operistica, Asrael, fu rappresentata a Reggio Emilia nel 1888, così come nella stessa città nacquero, su libretto di Luigi Illica, le sue opere più importanti: Cristoforo Colombo, composta in occasione del quarto centenario della scoperta dell’America e rappresentato a Genova nel 1892 con la direzione di Luigi Mancinelli, cui dalla terza recita subentrò Arturo Toscanini, e Germania, rappresentata al Teatro alla Scala di Milano nel 1902, con Enrico Caruso come protagonista e diretta sempre da Toscanini. Il Cristoforo Colombo fu commissionato a Franchetti dalla città di Genova, dopo che l’anziano Verdi aveva declinato l’incarico e designato come degno di ricoprirlo proprio il Nostro.

Alberto Franchetti in una foto dei primi anni del Novecento

La produzione musicale di Franchetti fu ampia e variegata, comprendendo anche La figlia di Iorio (1906), su libretto di Gabriele D’Annunzio,[5] altre opere teatrali dovute alla collaborazione con Giovacchino Forzano e Umberto Giordano, e una serie meno nutrita di composizioni sinfoniche e cameristiche. Franchetti riscosse – mentre era in vita – un rilevante seppure discontinuo successo, dovuto alla solida formazione musicale e alla forza evocativa e sentimentale di molte sue composizioni, nelle quali attingeva anche al mondo musicale tedesco, al cui interno si era formato e che aveva assimilato con spirito critico.[6] Con Il Signor di Pourceaugnac (1897), il musicista si misurò anche con il teatro comico, ma il filone drammatico gli era più congeniale.

Alberto con la moglie Margherita Levi a Reggio Emilia nel 1888

Nel 1888, anno dell’esordio nell’opera lirica, Alberto Franchetti si unisce in matrimonio a Reggio Emilia con Margherita Levi. Dal matrimonio nasceranno, oltre al già citato esploratore Raimondo Franchetti jr., anche Guido Franchetti (1895-1917), morto in missione militare durante la Prima Guerra Mondiale, e Maria.
I coniugi Franchetti divorzieranno nel 1897 a Monaco di Baviera.[7]

Erminia Bellati, in una foto di scena come Mina D'Orvella
Erminia Bellati, in una foto di scena come Mina D’Orvella

A partire dal 1903, il musicista si legherà alla giovane lucchese Erminia Bellati, da D’Annunzio soprannominata ‘la Selvaggia’, celebre attrice nel primo dopoguerra con il nome di Mina d’Orvella, da cui nascerà Arnoldo Franchetti (1906 ca.-1993), anch’egli diventato musicista e compositore come il padre.[8]

Clara Marini, seconda moglie di Alberto Franchetti (1916)
Clara Marini, seconda moglie di Alberto Franchetti (1916)

Infine, Alberto sposerà nel 1920 Clara Marini, sua allieva di pianoforte;[9] da Alberto e Clara nascerà Elena Franchetti (1922-2009), una delle più importanti traduttrici italiane dal tedesco del secondo Dopoguerra italiano.

Pioniere dell’automobilismo, Alberto Franchetti partecipò anche, nel 1897, alla fondazione dell’Automobile club di Milano, di cui nel 1899 divenne presidente, fu membro della Regia Accademia di Santa Cecilia dal 1914 e direttore del Conservatorio di Firenze dal 1926 al 1928. Morì il 4 agosto 1942 a Viareggio, dove aveva vissuto lontano dalla ribalta della notorietà.

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Alberto Franchetti in una foto degli anni Venti

Sebbene non sempre compreso dalla critica musicale del secondo dopoguerra, Franchetti può essere considerato, insieme ai nomi universalmente noti di Puccini e Mascagni, a lui legati da amicizia, un importante esponente di quella giovane scuola di musicisti che si impegnarono a rinnovare la musica italiana negli anni di passaggio fra Ottocento e Novecento.[10]

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Note

[1] Sulla importante famiglia dei Franchetti e le sue vicende matrimoniali e patrimoniali, cfr.: Pier Andrea Maccarini, La dinastia dei Franchetti tra Reggio e Venezia, «Reggio Storia», XIII/2, 1990, pp. 18-23; Mirella Scardozzi, Una storia di famiglia: i Franchetti dalle coste del Mediterraneo all’Italia liberale, «Quaderni storici», xxxviii (114), 2003, pp. 697-740; cfr. inoltre Alberto Franchetti jr. La lunga storia della famiglia Franchetti, in Alberto Franchetti (1860-1942): l’uomo il compositore, l’artista, a cura di Paolo Giorgi e Richard Erkens, (LIM, Lucca, 2015) e la pagina dedicata alla famiglia Franchetti su questo sito.

[2] Sulle vicende storico-artistiche della Ca’ d’Oro, cfr. il volume Da Giorgio Franchetti a Giorgio Franchetti: collezionismi alla Ca’ d’Oro, a cura di Claudia Cremonini e Flavio Fergonzi, catalogo della mostra presso la Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’Oro – Venezia, 30 maggio-24 novembre 2013, MondoMostre, [s.l.] 2013.

[3] Per contributi bio-bibliografici essenziali su Franchetti, cfr. anche: Giorgio Graziosi, sub vocem «Franchetti barone Alberto», in Enciclopedia dello spettacolo, fondata da Silvio D’Amico, Le maschere, Roma 1954-1962, vol. V, col. 589-593; Marcello Conati, sub vocem «Franchetti Alberto», in Dizionario enciclopedico universale della musica e dei musicisti, diretto da Alberto Basso, Le biografie, 3: Fra-Ja, UTET, Torino 1986, p. 5; Renato Badalì, sub vocem «Franchetti Alberto», in Dizionario biografico degli italiani, 50: Francesco I Sforza-Gabbi, Istituto della Enciclopedia italiana, Roma 1998, pp. 65-67 (disponibile anche sul Dizionario Biografico degli Italiani online); Jürgen Maehder – Antonio Rostagno, sub vocem «Franchetti, Alberto», in The New Grove Dictionary of Music and Musicians, edited by Stanley Sadie, London, Macmillan, 2001, vol. 9, pp. 169-171; Johannes Streicher, sub vocem «Franchetti, Alberto», in Die Musik in Geschichte und Gegenwart, herausgegeben von Friedrich Blume, 2002, Personenteil 6, coll.1575-1577; Franco Costi, Alberto Franchetti: musicista di Regnano, [Reggio Emilia], s.n., 2009.

Sui rapporti dei Franchetti con Reggio Emilia, cfr.: Alcide Spaggiari, I baroni Franchetti a Reggio, in Il Rotary per la città, Tecnograf, Reggio Emilia [1987], pp. 3-9; Maccarini, La dinastia dei Franchetti tra Reggio e Venezia; Laura Artioli, Presenza e contributo della famiglia Franchetti a Reggio Emilia, «Ricerche storiche», xxvii (73), 1993, pp. 113-123; Scardozzi, Una storia di famiglia, pp. 719-724; Gino Badini, La famiglia Franchetti e Reggio Emilia, in Il barone viaggiante. Raimondo Franchetti e le esplorazioni nel Corno d’Africa, a cura di Silvia Chicchi e Roberto Macellari, Musei Civici, Reggio Emilia 2007, pp. 113-128.

[4] Cfr. Alessia Ferraresi, Alberto Franchetti: una biografia dalle lettere, «Fonti musicali italiane», III, 1998, pp. 215-232: 217.

[5] Sulla collaborazione tra Franchetti e D’Annunzio, cfr.: Silvana Cellucci Marcone, D’Annunzio e la musica, Japadre, L’Aquila 1972, pp. 45-56; Carlo Santoli, Gabriele D’Annunzio. La musica e i musicisti, Bulzoni, Roma 1997, pp. 91-107.

[6] Cfr. Alessia Ferraresi, La questione wagneriana nella teoria giovanile di Ferdinando Fontana librettista e Alberto Franchetti musicista, «Horizonte. Italianistische Zeitschrift für Kulturwissenschaft und Gegenwartsliteratur», II, 1997, pp. 77-88.

[7] Cfr. Rossana Maseroli Bertolotti, Matrimonio e divorzio di un musicista. Alberto Franchetti e Margherita Levi, «Reggio Storia», xxvi/3, 2001, pp. 8-14. Margherita ebbe un’altra figlia, Maria ‘Mimì’ (1893-1943), probabilmente figlia di quel Masier che Margherita sposerà dopo il divorzio da Franchetti.

[8] Vedi Gian Franco Fusco, Il gusto di vivere, a cura di Natalia Aspesi, GLF Editori Laterza, Roma-Bari 2006, pp. 85-93.

[9] Vedi Alessia Ferraresi, Alberto Franchetti: la biografia, la produzione, la fortuna. Nuove fonti per una ricostruzione biografica e presentazione di Don Bonaparte, tesi di laurea, Università Ca’ Foscari di Venezia, Facoltà di Lettere e Filosofia, anno accademico 1993-1994, c. 130. Su Clara Marini, che entrerà nell’ordine delle clarisse e diverrà pittrice, vedi anche il sito Internet La Collezione Marini Franchetti.

[10] Sul ruolo di Franchetti in campo operistico negli anni fra i due secoli, si rimanda, oltre che ai contributi del presente volume e alla bibliografia critica in essi contenuta, alla monografia di Richard Erkens, Alberto Franchetti. Werkstudien zur italienischen Oper der langen Jahrhundertwende, Peter Lang, Frankfurt am Main 2011.

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Leggi la biografia a cura di Lorella Del Rio
Scopri di più sul matrimonio tra Franchetti e Margherita Levi 

Alberto Franchetti, Napoli 3 aprile 1922 (courtesy of Matteo Malagoli)

2 commenti

  1. Il barone Franchetti Alberto soggiorno’ per un lungo periodo a Montepiano provincia di Prato) sull’appennino Tosco Emiliano. Nella casa dove villeggiava c’è ancora il suo pianoforte. Mia suocera,allora bambina, abitava accanto e mi raccontava che il suo primo te’ gli fu offerto dalla moglie del barone.

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